“Eco-fashion”, verso la conquista delle vetrine mondiali

La cosiddetta “eco-fashion” è una realtà palpabile ai giorni nostri. Questo concetto ha avuto la sua apparizione nei primi anni ’80 ed è rimasto legato al mondo hippie. A quel tempo, non ha raggiunto abbastanza popolarità a causa dei prezzi elevati e dei design lontani dalle tendenze. Adesso la situazione è molto diversa. Ogni giorno aggiunge migliaia di follower che si riconoscono nei valori che promuove, si rafforza tra i più importanti designer e marchi di fama mondiale e continua a creare tendenza, grazie alle mostre speciali nelle capitali della moda come New York, Milano e Londra . Così, l´Eco-Fashion va di moda ora più che mai!

Qual è la sua identità?

La protezione e il rispetto per la natura, l’utilizzo di fibre naturali e coloranti e il riciclaggio di un´infinità di oggetti precedentemente utilizzati sono gli elementi costitutivi della “Eco Moda”. Il risultato è la produzione di “vestiti Green”, cioè, abbigliamento e accessori biologici realizzati in assenza di trattamenti chimici, fertilizzanti o antiparassitari.

Con quest´approccio si riduce al minimo sia l’inquinamento dell’aria e dell’acqua che il livello dei rifiuti, si fornisce più incentivi al risparmio energetico e si riduce l´impatto sulla qualità del suolo. Per quanto riguarda i vantaggi per le persone, vogliamo sottolineare la tutela dei diritti umani di coloro che sono coinvolti nella sua produzione. Inoltre, i tessuti di fibre biologiche consentono una migliore sudorazione alla pelle e riducono fastidiose allergie.

Sappiamo quali sono i materiali organici?

Prima di tutto, è necessario fare specifico riferimento al cotone. È curioso scoprire che, come una delle materie prime più utilizzate nell’industria tessile, provoca un terzo delle vittime da intossicazione da agrochimici in tutto il mondo, che si stimano tra le 500.000 e le 2.000.000 all’anno, secondo le statistiche dell’OMS. Così è stato sostituito da cotone organico, con i numerosi vantaggi che presenta.

Questo tipo di cotone, e le fibre di bambù, sono i due materiali più popolari nel mondo dell’abbigliamento biologico. Ma la gamma di opzioni è molto ampia e per fortuna sono disponibili a livello mondiale. Queste alternative includono: filamenti mischiati di cereali e bambù, seta di soia, lana, lino, fibre di legno e carbonio… Ci sono tantissimi materiali insoliti, di cui, non conosciamo nemmeno l´esistenza!

Alcuni esempi eccentrici di questa moda eco-creativa sarebbero pantaloni fatti da alghe, abiti fatti con le scatole di uova, maglioni in fibra di soia o scarpe da ginnastica che si possono essere utilizzate come vasi.

Come fare il riciclo di qualcosa che sia chic?

 Come sappiamo, un massimo dell’Eco-fashion è il riciclaggio, che oltre ad impattare meno sulla natura, è un mezzo di risparmio usato per le aziende e per le paesi in via di sviluppo.

Di questo sono ben consapevoli nel prestigioso Istituto Europeo di Design di Milano (IED), dove gli studenti riutilizzano materiali, sperimentano con loro e, dando gioco alla loro fantasia e creatività, ottengono alla fine abiti originali come: pantaloni in metallo, gonne di acciaio, abiti fatti da calze di nylon, tutti con un tocco di glamour, secondo le parole del direttore di relazioni internazionali del centro.

Moda a basso impatto ambientale, anche in Italia?

Una delle industrie più importanti del mondo tessile è quella italiana, con 72.000 imprese, 700.000 lavoratori e un fatturato che sfiora i 90 milioni dollari. Se è vero che i mercati inglesi e tedeschi sono i più sviluppati in eco-fashion, i giganti del desing italiano si stanno unendo a questa iniziativa e danno un esempio importante. Questo è il caso di Giorgio Armani, azienda che ha lanciato la progettazione e la produzione di jeans “ecologicamente corretti”, cioè, con il cotone organico.

Altri grandi marchi venduti in Italia come Levi Strauss, Nike, M&S, Louis Vuitton, H&M, Zara oppure Adidas, per citarne alcuni, ormai mantengono un forte impegno ambientale. Non possiamo dimenticarci di Mango, che è diventata la prima azienda spagnola ad aver ottenuto il marchio “Made in Green”. Dobbiamo anche parlare di tutte le piccole imprese che stanno concentrando i loro sforzi su questo settore in crescita. Una è Lifegate. Questa società italiana che promuove uno stile di vita solidale e di consapevolezza ambientale, ha lanciato sul mercato un modello di jeans prodotto in Italia basato sul cotone biologico turco.

Eco-Fashion Sì? Eco-Fashion No?

Da un lato, tutto il nuovo interesse dei grandi designer di moda per delle collezioni che rispettino la natura ha destato un certo sospetto negli ambientalisti, i quali affermano che non sappiamo fino a che punto i loro vestiti sono realizzati secondo i parametri dell’agricoltura biologica e che si dovrebbero stabilire controlli per garantire la loro affidabilità.

Dall´altro lato, purtroppo, ci sono ancora molti consumatori che rimangono lontani dall’Eco-Fashion, sia perché sono riluttanti al concetto di vestiti di riciclaggio, sia perché disconoscono il vero significato di questo movimento. Ed ecco qua il vero senso di questo articolo: porre fine a questa polemica, pubblicizzare apertamente tra chi ancora non è stato colpito dai principi dell´eco-moda e apprezzare insieme i numerosi vantaggi che possiamo ottenere con questa tendenza.

 

  Quindi ormai sapete tutto, la prossima volta che si va a fare shopping, si può fare la differenza. Come? Le scelte perfette saranno quei prodotti che proteggono, curino e rispettino la natura.

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