Gli effetti dei fast food su salute e ambiente

effetti dei fast food su salute e ambiente

I Fast Food offrono a poco prezzo un pasto in grado di saziare anche gli stomaci più affamati ma possono essere considerati come fornitori di un cibo “corretto” per il nostro organismo? Senza dubbio la questione, relativa soprattutto a grande catene di fast food come McDonald’s, non è nuova e spesso si è dibattutto in passato (ricordate il film-documentario Super Size Me di Morgan Spurlock? ) e si dibatterà in futuro (e come potrebbe essere altrimenti….) riguardo gli effetti dei fast food su salute e ambiente.

Nelle ultime settimane la questione è stata risollevata dagli autori di Freakonomics che attraverso il loro sito web hanno voluto fare il punto, partendo dal giudizio di un loro lettore, tale Ralph Thomas, che aveva definito il cibo offerto dai fast food come “il più abbondante, economico e nutriente” di tutti i tempi.
Come premessa partiamo dall’apporto che un Double Burger di McDonald’s fornisce: quasi 400 calorie, 23g (la metà del fabbisogno giornaliero) di proteine, 7% del fabbisogno giornaliero di fibre, tanto per dare un’idea (e ci limitiamo al solo panino senza considerare bibita e eventuali patatine fritte).
Mentre è chiaro quindi che McDonald’s fornisce con un solo hamburger un bel po’ dell’energia giornaliera richiesta dal nostro corpo dobbiamo concentrarci anche sugli effetti a lungo termine che ha sul nostro fisico questo stile alimentare oltre che sui fattori sociali e di inquinamento che rendono impossibile definire i fast food come “corretti” per la nostra salute.

L’Huffington Post, intervenuto sulla questione, ha riportato il giudizio di alcuni esperti che hanno confermato che l’hamburger è ricco, in maniera eccessiva, di sale e grassi che danneggiano fortemente il nostro organismo. Per non parlare inoltre degli zuccheri (che troviamo anche nella bibita che solitamente accompagna il panino) che rappresenta un vero rischio per la nostra salute.
Ricordiamo che i fast food contribuiscono non poco all’aumento dell’obesità e diabete, problemi che sono sempre più evidenti negli Stati Uniti dove la “cultura” del fast food è largamente diffusa. Pensiamo inoltre alle sostanze contenute nei dolci venduti dai fast food: nel caramello troviamo sorbato di potassio e acido malico mentre nella cioccolata possiamo “gustare” glicerina, fosfato bisodico, gomma xatano e lecitina di soia.

Oltre a questo non possiamo non citare gli aspetti sociali. I recenti scioperi su larga scala dei dipendenti di catene come mcDonald’s hanno riportato all’attenzione di tutti i bassi livelli di salari (che si scontrano con gli altissimi profitti generati….) e le condizioni di lavoro non certo semplici all’interno dei singoli punti vendita.

Inoltre le metodologie di coltivazione e raccolta (a basso costo…) delle verdure e di allevamento dei bovini e polli creano non pochi problemi per l’ambiente stressandolo fortemente.
Per mantenere i prezzi bassi è necessario per le catene di fast food l’utilizzo di pesticidi su larga scala per favorire la crescita veloce delle verdure che finiranno poi negli hamburger così come l’allevamento del bestiame ha riportato alla luce non pochi interrogativi. Greenpeace da tempo sta lottando contro McDonald’s ed il motivo è presto detto:  il 40 per cento dell’Amazzonia sarà distrutto entro il 2050 se l’espansione dell’agricoltura continuerà agli attuali ritmi, con conseguenze catastrofiche per la biodiversità e per il clima dell’intero pianeta. Il problema principale è infatti la monocultura della soia, necessaria per far ingrassare i polli, che produce un forte impatto chimico, oltre al pericolo di diffusione di specie transgeniche in uno degli ecosistemi forestali più ricchi del pianeta.

E infine pensiamo all’inquinamento prodotto dal solo packaging dei fast food che va a riempire le nostre discariche.
La buona salute del nostro ambiente, e del nostro fisico, sembrano elementi che i fast food non sono in grado di assicurare e quindi come possiamo davvero definire il classico hamburger come un cibo “positivo.

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