Combattere gli incendi con la gestione forestale sostenibile, il caso del Mombracco

Il 2025 verrà ricordato come un annus horribilis per le foreste europee. Oltre un milione di ettari di vegetazione inceneriti, un numero di roghi quasi raddoppiato rispetto alla media storica. In questo scenario, una storia in controtendenza arriva dalle pendici del Mombracco, in provincia di Cuneo, e suona come una lezione fondamentale per il futuro della gestione del nostro patrimonio naturale.

Foreste che crescono, rischi che aumentano

Per comprendere l’importanza di quanto accaduto in Piemonte, è necessario partire da un contesto più ampio. L’Italia è uno dei Paesi europei con la maggiore crescita di superficie boschiva, ma questo dato, apparentemente positivo, nasconde una realtà critica: gran parte di queste foreste vive in uno stato di totale abbandono. Lo spopolamento delle aree montane e la frammentazione della proprietà hanno lasciato milioni di ettari senza alcuna gestione. Il risultato è un accumulo incontrollato di biomassa secca e legno morto (necromassa), che trasforma i nostri boschi in vere e proprie polveriere, pronte a esplodere al primo innesco, amplificato dagli effetti della crisi climatica come siccità prolungata e ondate di calore.

La scintilla sul Mombracco: cronaca di un incendio controllato

È in questo scenario che, il 18 agosto, un incendio divampa in località Morra San Martino. Le fiamme, innescate in un periodo estivo anomalo per gli incendi piemontesi, corrono veloci su un versante non gestito, divorando tutto ciò che trovano. Per tre giorni, il fuoco devasta circa 50 ettari di bosco, minacciando abitazioni e infrastrutture. Ma poi, accade qualcosa di inaspettato: l’incendio, arrivato ai confini del Bosco Bric Falò, rallenta, perde vigore e infine viene domato. Non è un miracolo, ma il risultato di un preciso intervento di selvicoltura preventiva.

L’area del Bric Falò, infatti, era stata oggetto di un recente progetto di gestione forestale attiva promosso dalla società Walden srl, nell’ambito del programma europeo LIFE ClimatePositive.

Prima dell’intervento, il bosco era l’emblema del degrado: un castagneto fitto, instabile, con alberi deboli e un sottobosco impenetrabile, un tappeto di combustibile perfetto. Dopo l’intervento, la situazione era stata ribaltata. Attraverso un diradamento selettivo del 50%, erano state eliminate le piante più fragili, favorendo la crescita degli esemplari più sani e preservando la biodiversità con la tutela di specie come ciliegio, betulla e sorbo. La pulizia mirata del sottobosco aveva rimosso tonnellate di materiale infiammabile.

Quando le fiamme hanno raggiunto quest’area, hanno trovato un ambiente ostile alla loro propagazione:

  • Meno combustibile a terra: la drastica riduzione della necromassa ha impedito al fuoco di acquistare potenza, mantenendolo “basso” e meno intenso.
  • Struttura del bosco sfavorevole: la maggiore distanza tra gli alberi ha ostacolato il passaggio delle fiamme da una chioma all’altra, scongiurando il temuto e devastante fuoco di chioma.
  • Accessibilità per i soccorsi: la viabilità forestale, ripristinata durante i lavori, si è rivelata fondamentale per permettere alle squadre AIB (Antincendio Boschivo) di raggiungere il fronte del fuoco rapidamente e operare in sicurezza.

Il risultato? L’incendio è stato fermato proprio dove iniziava il bosco gestito in modo responsabile. Un confine netto, visibile, tra devastazione e resilienza.

“Questo evento calamitoso ha permesso di dimostrare che ogni euro speso nella gestione forestale, se portata avanti in maniera razionale, è un euro speso per la gestione del territorio. In casi come questo poi, l’intervento addirittura non ha richiesto spese di intervento, ma si è auto sostenuto con i ricavi della vendita del  legname” ha dichiarato Giacomo Bergese, dottore forestale e dipendente di Walden srl.

Il progetto LIFE ClimatePositive

L’intervento sul Mombracco non è un’iniziativa isolata, ma il frutto tangibile di una strategia nazionale più ampia: il progetto LIFE ClimatePositive. Con una durata quinquennale (2022-2027), il progetto parte dalla diagnosi del paradosso italiano per invertire la rotta. L’obiettivo è creare un ecosistema virtuoso che renda la gestione forestale di nuovo conveniente e attrattiva, anche per i piccoli proprietari. Per farlo, il progetto promuove l’associazionismo e sviluppa nuovi modelli di business basati sulla remunerazione dei servizi ecosistemici: non solo legno, ma anche stoccaggio di CO₂, tutela della biodiversità e protezione dal dissesto idrogeologico.

Il progetto è coordinato da Etifor | Valuing Nature (spinoff dell’Università degli Studi di Padova) e dal Dipartimento TESAF dell’Università di Padova, e vede la partecipazione di Forest Stewardship Council® (FSC®) Italia, Comune di Luvinate, CREA, Regione Lombardia, Walden, Eticae e ERSAF.

Nel contesto attuale, in cui le sfide ambientali e climatiche sono sempre più pressanti, i boschi e i loro servizi (conservazione idrica, biodiversità, stock di CO₂) rappresentano una risorsa fondamentale per i territori e le comunità”, spiega Giuseppe Bonanno, Direttore di FSC Italia. “È per questo che promuoviamo la gestione forestale sostenibile: un bosco gestito in modo responsabile può diventare un alleato insostituibile nella lotta agli incendi, rallentando il fuoco e proteggendo i territori e le comunità”

Dal Mombracco all’Italia: un modello da replicare

Il fumo sul Mombracco si è diradato, lasciando una lezione chiara come il sole: investire nella salute dei nostri boschi non è solo una scelta ambientale, ma la più efficace ed economica strategia di difesa per il nostro territorio.

L’esperienza del Mombracco dimostra quanto sia urgente affiancare alla prevenzione dei danni nuovi modelli economici capaci di sostenere la gestione forestale attiva,” dichiara Alessandro Leonardi, CEO di Etifor | Valuing Nature. “Serve promuovere nuovi modelli di finanziamanto che coinvolgano nuovi attori come il campo assicurativo, i fondi immobiliari o la gestione collettiva delle proprietà, per valorizzare le foreste e ridurre il rischio e i danni di eventi come questo”.

Investire nella gestione attiva dei nostri boschi non è più una scelta, ma una necessità improrogabile per proteggere il nostro futuro.

In Italia crescono certificazioni forestali e gli ettari di foresta a gestione responsabile

Fonte: comunicato stampa

E-cology.it