Crescono i rifiuti elettronici nel mondo

Tutti noi siamo contenti di avere gadget tecnologici, strumenti sempre più all’avanguardia e sempre più presenti nella vita di tutti i giorni, ma questo significa pure che prima o poi dovremmo buttarli via e diverranno rifiuti elettronici. E sappiamo bene come vanno le cose, con l’obsolescenza programmata, quindi non stupiamoci se un oggetto si rompe poco dopo che la garanzia è terminata.

Nel 2017, di questo passo, i rifiuti elettronici (RAEE) raggiungeranno un volume pari a quello di 200 Empire State Building, uno dei grattacieli più famosi al mondo. Una previsione basata su dati raccolti da diverse organizzazioni delle Nazioni Unite, alcune governative e non governative e altre scientifiche, unite in partnership come la “Solving the E-Waste Problem (StEP) Initiative“.

Queste previsioni ci dicono che nel prossimo futuro saranno USA e Cina le maggiori produttrici di rifiuti, mentre nel 2012 era l’Europa a guidare questa speciale classifica (infografica).

Fino ad oggi il problema principale nell’avere dei dati affidabili sulle quantità di e-waste risiedeva nel fatto che gli Stati Uniti, ad esempio, considerano rifiuti elettronici soltanto oggetti come televisori o computer, mentre nella comunità europea la categoria viene estesa a tutto ciò che possiede una pila o un cavo di alimentazione.

Proprio per questo motivo è stata creata la StEP, che riuscirà così a raccogliere ed elaborare dati in maniera più efficiente rispetto alle modalità passate.

Questo monitoraggio verrà effettuato su 184 paesi del mondo e tramite una mappa interattiva potremo vedere i dati sulla quantità stimata di apparecchiature elettriche ed elettroniche che entrano sul mercato e quanti rifiuti generano. Avendo questi dati potrebbe aiutare i governi e le aziende a gestire la loro e-waste.

Nell’anno appena trascorso in tutto il mondo sono stati prodotti ben 54 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, ovvero circa 8 kg a testa, considerando il fatto che siamo al momento 7 miliardi. Nel 2017, secondo le previsioni, avremo un incremento del 33%, ovvero raggiungeremo i 72 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici su scala globale.

StEP però non si limita solo a raccogliere dati, che saranno sicuramente molto utili anche ai governi, nel caso vogliano adottare una politica efficiente verso i RAEE, ma suggeriscono anche 5 step da seguire per migliorare la situazione:

  1. Policy: analizzare lo stato degli apparati e le politiche adottate a riguardo;
  2. Redesign: riprogettare gli apparecchi così da avere meno impatto sull’ambiente;
  3. Reuse: definire globalmente regole/pratiche/standard di riutilizzo di apparecchi ricondizionati/usati e l’uso di parti di ricambio;
  4. Recycle: migliorare il riciclo per renderlo più sostenibile, soprattutto nei paesi in via di sviluppo;
  5. Capacity building: rendere tutti più consapevoli e coinvolti nel problema che sono i rifiuti elettronici.

Tutti ottimi propositi, vedremo se riusciranno a smuovere le acque, anche grazie a noi consumatori e a chi le leggi le fa.

E-cology.it