La diffusione dei pannelli solari in Italia

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Sfruttare il sole per la produzione di energia elettrica è sicuramente uno dei sistemi più ecocompatibili, ma in Italia a che punto si è nell’installazione di pannelli solari?

I pannelli solari in Italia

Grazie agli incentivi governativi che negli anni hanno supportato l’applicazione di pannelli solari, oggi questo sistema è piuttosto diffuso anche sul nostro territorio, grazie alla presenza di piccoli impianti di energia pulita, proveniente dal sole. Gli ultimi dati pubblicati da ENEL dicono che ci sono oltre 600.000 piccoli impianti che rappresentano una potenza di 30GW. Gli impianti sono concentrati soprattutto al Nord ed in particolare in Lombardia, Emilia Romagna, Triveneto, anche se buoni risultati sono stati raggiunti in Puglia, Piemonte e Sicilia, anche grazie alla campagna di sensibilizzazione promossa da DemShop.it. Nonostante questa crescita, si tratta di dati ancora poco confortanti in quanto l’installazione dei pannelli solari termici sui tetti e sui balconi di casa è ancora al di sotto delle stime di previsione realizzate una decina di anni fa.

L’energia prodotta con i pannelli solari riesce a rispondere all’8,3% della domanda. Si tratta ancora di una quota minima, in quanto rappresenta solo il 9.6% della produzione complessiva di energia.
Se consideriamo invece tutte le risorse energetiche prodotte da fonti rinnovabili, i sistemi idroelettrici ed eolici, rappresenterebbero il 23,2% dell’intera produzione, raggiungendo una stima totale di circa 19 GW.

I pannelli solari in Europa

Nonostante questi dati sembrino tutto sommato confortanti, deve essere rilevato come rispetto al resto d’Europa l’Italia mostra un minore interesse verso queste forme di energia rinnovabile. Paragonando le installazioni italiane del 2014, ultimi dati disponibili, emergerebbe che mentre il Regno Unito ha installato  pannelli solari per una produzione di 2,4 GW e la Germania di 1,9 GW, l’Italia resta ancora molto indietro, rilevando una potenza installata nel 2014 di soli 385 MW, dati non troppo dissimili rispetto a quelli della Francia che, invece, ha installato 927 MW, ma che può vantare una popolazione maggiore (pari a 66 milioni di persone circa, contro i 56 milioni di abitanti in Italia).

Un dato positivo riguarda i costi, infatti la diffusione del sistema fotovoltaico che prevede l’uso di pannelli solari per produrre energia, ha permesso di portare una riduzione di 4 volte del costo dei moduli negli ultimi sei anni ed ulteriori ribassi nei prezzi sono attesi.

Questo vuol dire che con il passare del tempo sarà possibile applicare sistemi sempre più evoluti dal punto di vista tecnologico e a costi ancora inferiori.

Pannelli solari in Italia: e la qualità?

Dai meno confortanti, invece, riguardano la qualità degli impianti montati: sembra che in Italia un pannello su quattro sia da buttare. Questo è quanto emerso dal un convegno sull’energia organizzato di recente a Roma da “Qualeenergia”. Le cause sono da ritrovare nella cattiva installazione dei pannelli e nell’uso di materiali scadenti che comportano basse prestazioni, processi di degradazione dei materiali molto veloci e problemi che si ripercuotono sulle cabine inverter. Secondo quanto emerso sembra che tale atteggiamento, che può essere definito superficiale, sia dovuto al fatto che molti hanno puntato sull’unico obiettivo di sfruttare gli incentivi governativi, disinteressandosi del fatto di produrre prodotti di qualità, destinati a durare nel tempo. Questi finanziamenti statali, ottenibili in misura maggiore sino a qualche anno fa, hanno permesso di risparmiare sulla bolletta dell’energia nel medio e lungo periodo e allo stesso tempo di usufruire di detrazione dei costi sostenuti per installare gli impianti. A questi vantaggi si aggiunge la possibilità di vendere l’energia non consumata dal produttore. Tali inefficienze, secondo alcune stime più attendibili, porterebbero ad un calo delle prestazioni dei moduli del 70% con una produzione del 20-30% inferiore rispetto a quella che si produrrebbe in una condizione ottimale.

Pannelli solari ed usurpazione dei terreni coltivati

Deve, infine, essere sottolineato che non sempre l’installazione di pannelli solari è ritenuta una scelta ecocompatibile, infatti le installazioni sono accusate di deturpare il territorio, come nel caso dello sfruttamento dei terreni agricoli.

A conferma di questo dato, basti osservare le proteste verificate a Santa Croce Camerino, in provincia di Ragusa, dove per far posto ai pannelli solari, decisamente più remunerativi dal punto di vista energetico, è stato necessario sradicare degli alberi di carrubo secolari. Pur essendo vero che gli stessi alberelli sono stati trapiantati altrove, si noti come sia avvenuta una modifica sostanziale dell’estetica di un territorio, deturpando dal punto di vista paesaggistico la peculiarità di quel posto. Nonostante ad oggi vi siano progetti per far in modo che i pannelli solari non vadano a rubare terreno coltivabile, non sono mancate critiche agli imprenditori che a fini speculativi hanno installato pannelli solari su terreni prima coltivati. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, negli anni passati ha denunciato  il rischio di una perdita di permeabilità del sottosuolo e quindi del rischio desertificazione delle aree in cui vi erano ampie distese di pannelli.

Per questa ragione rientra tra quella schiera di persone convinta dell’opportunità di installare gli impianti solari termici soltanto sui i tetti e o i balconi di casa e quindi impiegarli soltanto a livello privato, evitando che possano verificarsi delle speculazioni, rubando spazio ai terreni coltivabili.

E-cology.it