Novità nella ricerca archeologica subacquea grazie ad un drone marino

barchino robot (drone marino) per ricerca archeologica subacquea in sperimentazione da ENEA per progetto Lahke

Un barchino-robot elettrico a guida autonoma dotato di strumenti per eseguire indagini non invasive su fondali lacustri e marini, anche archeologiche. Lo stanno mettendo a punto i ricercatori del Laboratorio ENEA di Robotica e intelligenza artificiale nell’ambito del progetto LAHKE, di cui l’Agenzia è capofila, con l’obiettivo di trasferire tecnologie avanzate alla ricerca archeologica in acque interne e marine.

Come nasce l’idea di un drone marino

“Per realizzare il drone marino di superficie, detto anche USV, siamo partiti da un comune barchino commerciale, al quale abbiamo aggiunto due diverse versioni di motori, al fine di migliorarne guidabilità e precisione del controllo,” spiega il responsabile del progetto Ramiro dell’Erba, ricercatore del Laboratorio ENEA di Robotica e intelligenza artificiale. “Il risultato finale è un mezzo affidabile ed efficiente che permette di esplorare i fondali per il ritrovamento di reperti archeologici sottomarini, in modo sicuro, in quanto dotato di telecontrollo di sicurezza a vista e di un sistema automatico di rilevazione ostacoli. Si tratta inoltre di un sistema sostenibile in quanto alimentato elettricamente, con un costo complessivo inferiore ai cinquemila euro”, prosegue dell’Erba.

Come è composto il drone marino di superficie

L’USV, con il quale è possibile effettuare anche ricerca e monitoraggio ambientale, consiste in uno scafo in vetroresina a doppio strato, pesante circa 40 chili lungo circa 2,5 metri, dotato di murate alte per proteggere efficacemente la strumentazione dall’acqua.

All’interno un pilota automatico installato su una piattaforma di controllo e un computer di bordo per compiti come video real-time e rilevamento ostacoli, mentre è in corso di sviluppo la procedura automatica di aggiramento ostacoli e ripianificazione missione.

Cosa permetterà di fare il barchino robot elettrico

“Nell’ambito di questo progetto, abbiamo sviluppato un hardware specializzato e un software open-source dedicato che permette di spingere le prestazioni del veicolo agli impieghi specifici cui è chiamato a operare”, spiega dell’Erba. “Tramite i dati acquisiti da differenti tipi di sensori acustici e no – conclude – potremo anche effettuare, ad esempio, una ricostruzione multimediale del sito archeologico della Marmotta sepolto nel lago di Bracciano”.

I vantaggi del veicolo robotizzato, oltre la precisione e la ripetibilità delle misure e il costo notevolmente ridotto rispetto a sistemi analoghi sul mercato – in quanto dotato di sensoristica non specifica a basso costo e di facile reperibilità -, sono la velocità elevata con cui può essere esplorato e mappato un sito, la praticità d’uso e la personalizzazione del mezzo a seconda dei molteplici compiti cui può essere destinato.

Fonte: comunicato stampa

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