Dagli scarti organici al biometano: in Puglia dai rifiuti nasce il biocarburante rinnovabile

In Puglia il primo impianto di conversione della Forsu

In Puglia il primo impianto di conversione della Forsu (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) in biocarburante rinnovabile da immettere nella rete gas nazionale.

Una nuova energia dai rifiuti

“Penso che da oggi in Tersan ci sia una nuova energia. Un’energia pulita, sostenibile e rinnovabile che integra e rafforza quella che è da sempre la sua principale energia: il biofertilizzante”. Ha inaugurato così il nuovo impianto di biometano da frazione organica dei rifiuti, Leonardo Delle Foglie, amministratore delegato di Tersan Puglia spa, insieme al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al rettore dell’Università degli Studi di Bari e al Chairman di Snam4Environment, Cristian Acquistapace.

Il primo impianto in Puglia, dopo due anni di lavori e 18 milioni di investimento, è entrato in funzione a Modugno (Ba), all’interno del preesistente stabilimento di compostaggio aerobico. E’ l’ultima evoluzione della storia di Tersan Puglia, azienda che dal 1974 ha centrato la propria attività industriale sul recupero e sulla trasformazione dei rifiuti organici da raccolta differenziata per ottenere un fertilizzante organico necessario alla vitalità dei suoli agrari.

“Rilanciamo la nostra visione originaria, frutto dell’intuizione a quel tempo visionaria di mio padre Silvestro: siamo nati per dare vita alla terra. Da allora tutti gli investimenti, compresi quelli quello di una nuova energia, devono essere sinergici per potenziare gli effetti del nostro operato, rispondendo in modo coerente alla ragione della nostro essere impresa. Agricoltura, ambiente e ora energia chiudono il cerchio virtuoso del recupero dando nuova vita ai rifiuti organici. Uno sviluppo di un’intuizione Come sintetizza il nome di Tersan, lavoriamo per una Terra Sana”.

L’impianto e le innovazioni tecnologiche

Con l’ultimo aggiornamento impiantistico, il trattamento aerobico per la produzione di compost (compostaggio) viene integrato con la produzione di biometano che sarà immesso direttamente nella rete nazionale del gas Snam.

Il biometano è un biocarburante avanzato che può giocare un ruolo primario nella transizione energetica e verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del cambiamento climatico, in un momento – per altro – di difficile approvvigionamento delle fonti tradizionali.

L’impianto, che tratta 100mila tonnellate all’anno di rifiuti organici provenienti dalla raccolta della provincia di Bari, produce attualmente circa 30mila tonnellate annue di biofertilizzante. Con l’entrata in funzione del biodigestore e l’upgrading dal biogas prodotto al biometano, saranno ottenuti complessivamente 20mila tonnellate anno di compost e un milione 900mila metri cubi anno di biometano raffinato al 99,5 per cento, con una riduzione di emissioni di anidride carbonica in atmosfera stimata in 3mila 700 tonnellate anno.

L’aspetto innovativo dell’impianto Tersan Puglia, rispetto agli altri impianti di digestione anaerobica, è la scelta di inviare al biodigestore solo la parte liquida di biomassa ottenuta dal processo di trattamento dei rifiuti organici in ingresso. La parte più consistente di questi continuerà, invece, a essere sottoposta esclusivamente a trattamento aerobico. Una scelta, seppur economicamente meno premiante, dettata dalla priorità attribuita alla qualità del biofertilizzante finale. In questo modo, infatti, il digestato, privo di sostanza organica e microrganismi vitali, sarà solo una parte residuale della biomassa trattata in compostaggio aerobico.

Volendo tradurre in fatti i numeri, si può affermare che la produzione di biocarburante dell’impianto sarà sufficiente a rifornire fino a 600 auto al giorno oppure, con un utilizzo diverso, a soddisfare il fabbisogno annuale di 2000 famiglie, per un risparmio di 1800 tonnellate di petrolio equivalente l’anno.

Contemporaneamente la produzione di biofertilizzante potrà soddisfare le esigenze di circa 7mila ettari di terreni, restituendo loro la vitalità e fertilità biologica necessari per un’agricoltura sostenibile e rigenerativa.

Il contesto di riferimento

Il Sud sconta un grave ritardo nell’innovazione tecnologica in un’ottica di economia circolare ma l’evoluzione di Tersan testimonia la possibilità di avviare un cambiamento significativo. Il Mezzogiorno tutto, fin ora, restituisce una fotografia impietosa della capacità di gestione del ciclo dei rifiuti, anche dal punto di vista dell’esiguo numero di impianti operanti nel recupero e riciclo e ancor meno nella trasformazione in energia. Secondo Utilitalia con gli obiettivi posti al 2035 di riciclo effettivo del 65 per cento e ricorso alla discarica inferiore al 10 per cento, il fabbisogno aggiuntivo di trattamento dei rifiuti organici al Sud è di circa 2milioni di tonnellate. Secondo il Fise (“Investimenti in economia circolare nel Mezzogiorno – Una grande opportunità per la crescita verde”) per riuscire a trattare queste quantità bisognerà dotarsi di almeno 20-25 nuovi impianti.

In questo scenario la Puglia presenta una capacità autorizzata (teorica) in realtà sufficiente alla produzione di rifiuti organici in essere e stimata al 2025, pari a circa 550mila tonnellate anno. Tuttavia gli impianti effettivamente attivi non riescono ancora a coprire l’intero fabbisogno regionale, con conseguenti viaggi dei rifiuti verso il Nord Italia. Sono invece assenti impianti in grado di sfruttare questi rifiuti per produrre biocarburanti o energia elettrica. Nell’intero Mezzogiorno fin ora sono stati realizzati e sono in funzione solo due impianti di produzione di biometano da forsu, uno in Calabria (Rende) e uno in Molise (Guglionesi).

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