“Non tutto il mare è perduto”, il libro di Giuseppe Ungherese

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É uscito il libro di Giuseppe Ungherese “Non tutto il mare è perduto” edito da Casti Editore.

Di cosa parla il libro “Non tutto il mare è perduto”

Capraia, fiume Sarno, Stretto di Messina, il Santuario Pelagos, poi Cerboli, isole Tremiti, Conero, Brindisi. Dal 2017 Greenpeace ha condotto meticolose campagne di monitoraggio nei nostri mari. Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento della nota associazione ambientalista, muove da queste esperienze per redigere un’inchiesta sui danni causati dall’uomo alla grande distesa blu, a partire dalle ormai onnipresenti microplastiche. La situazione è grave, ma potrebbe anche essere reversibile: dipende da noi, dalle nostre scelte come consumatori e da un modello di sviluppo industriale che, malgrado abbia palesato i suoi limiti, aziende e governi faticano a cambiare. Questo libro però non vuole disegnare uno scenario apocalittico, ma al contrario farsi ispirare dalla bellezza del nostro territorio costiero e dalle specie che ne abitano le acque. Un patrimonio che va difeso e preservato.

Chi è Giuseppe Ungherese

Giuseppe Ungherese, laureato in scienze naturali e con un dottorato di ricerca in ecologia, dal 2015 è responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. Da ricercatore ha studiato per anni gli impatti di sostanze tossiche e pericolose nell’ecosistema marino. Oggi combatte quotidianamente la contaminazione globale da sostanze chimiche e tutti quei contaminanti emergenti come le microplastiche.

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